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Catalogo topografico descrittivo Manoscritti autografi Molf. 5-7 H 15
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Molf. 5-7 H 15

mm. 158x110; cc. 28, delle quali le prime 2 di guardia non numerate e le rimanenti num. al margine sup. recto, di mano del Maurolico, con le cifre 1-26; rilegato in pergamena, il ms. presenta danni notevoli dovuti al tarlo, con fori per lo più distribuiti lungo i margini delle singole cc.; sul primo risguardo della legatura si legge di mano tarda la `inscriptio': «Sermo Maurolyci Abbatis de Divi- // sione Artium. / de quantitate, et proportione sermo- // nis [sic] Codex Cartaceus scriptus An: 1554.» e più in basso la segnatura H 15; il codicetto, conservato nella Biblioteca del Seminario di Molfetta, è descritto non compiutamente in Maurolyci Abbatis, Prologi sive sermones quidam de divisione artium, de quantitate, de proportione, edidit Gratianus Bellifemine, Melphicti (= Molfetta), 1968, p. 7 (con l'aggiunta di una riproduzione fuori testo della c. 10r); il Bellifemine ne ha accertato l'autografia (mediante il confronto con gli autografi parigini del Maurolico) e ne ha tracciato brevemente la storia (appartenenza nel '700 al molfettese ma dimorante in Napoli, Ciro Saverio Minervini, che lo diede al conterraneo Giuseppe Maria Giovene, dal quale ultimo è successivamente passato con tutti i suoi libri al Seminario vescovile di Molfetta). Nell'agosto 1981, in Molfetta, ho tentato senza riuscirvi di esaminare direttamente l'autografo mauroliciano (risultato irreperibile nella Biblioteca del Seminario), ciò malgrado mi è ora possibile aggiungere alle informazioni già fornite dal Bellifemine, qualche altro dettaglio tratto dall'esame di una cattiva fotocopia del libretto messa a suo tempo a disposizione del prof. Salvatore Pugliatti in Messina.
cc. 1*r-1*v bianche.
c. 2*r - Breve testo autografo del Maurolico, non segnalato dal Bellifemine (ed. cit.), relativo alla sua attività di insegnante; eccone qui appresso la trascrizione:

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Hoc equidem quod mihi videtur temporis amissio contendere uelle cum eo[?] nisi edere et uagari nescientibus et non magni existimant in his esamenibus uenturis uocari necligentissimi omnium discipulorum aliarum scholarum si tamen ipsis concedatur uacacionis dies et nesciunt maiorem futuram [soprascritto su di una cancellatura] gloriam esse quam Deus habiturus est a ueniendo ad scolam quam ab ociando [soprascritto su di un "eundo", cancell.] toto die per has totas uias nobilis Messanae

La stessa c. 2*r porta un timbro della Biblioteca del Seminario vescovile di Molfetta.

c. 2*v bianca.
cc. 1r-9v - Primo dei 3 `sermones' (ed. Bellifemine, pp. 11-26), datato in fine: «Catanae. die y [scil. Iovis] 14°. Iunij .1554.», dal titolo:

DE DIVISIONE ARTIVM

SERMO MEVS MAVRO-

LYCI ABBATIS.

Inc.: QVAM RECTE PYTHAGORAS NON SAPIENS [...];

Expl.: [...] tanto theoria quam praxis est praestantior.

cc. 10r-20v - Secondo `sermo' (ed. Bellifemine, pp. 29-47), con in fine la data: «* Catanae die .r. [scil. Lunae] .18°. Iunij .1554.», dal titolo:

DE QVANTITATE SERMO

NOSTER

Inc.: CVM PARS MATHEMATICA SVPREmam demonstrandi [...];

Expl.: [...] cum eo superficie circumscribitur satis est de corpore dixisse.

cc. 21r-26r - Terzo e ultimo `sermo' (ed. Bellifemine, pp. 51-61), datato in fine: «In arce Catanensi .die [scil. Veneris]. 22°. Iunij. // 1554.», dal titolo:

DE PROPORTIONE SERMO NOSTER.

Il titoletto è preceduto da un richiamo grafico stilizzato (una manina);

Inc.: RATIO, VT AIT EVCLIDES, EST DVarum eiusdem generis, quantaecumque sint [...];

Expl.: [...] inter numero incognitarum ponendas esse.

Segue, alla stessa c. 26r, una tavola con esempi di numeri figurati (ed. Bellifemine, p. 61).

c. 26v bianca (?).

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